Contro la malaria, è arrivata l’Artemisia!

11 novembre 2012 at 7:43 PM Lascia un commento

Una zanzara si aggira per l’Africa Subsahariana: è la zanzara Anophele. E non provoca una semplice irritazione cutanea, come le piccole zanzarine che d’estate ci danno tanto fastidio. Questo insetto è un “vettore” molto particolare, e trasmette alle persone che punge una malattia che, se non trattata per tempo, porta alla morte: la malaria.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2010 ci sono stati nel mondo oltre 216 milioni di casi di malaria, di cui circa 665 mila mortali. Certamente, il  metodo più efficace per debellare questa malattia è la prevenzione, attraverso, per esempio, reti e zanzariere trattate con specifici antiparassitari.

Purtroppo, non sempre la prevenzione è possibile o efficace, e il Plasmodium (il parassita trasmesso dalla zanzara) miete ancora molte, troppe vittime. In molti casi, però, con le giuste cure e tempistiche, è possibile sopravvivere alla malaria, e il mondo della cooperazione e della solidarietà internazionale si impegna da decenni nella lotta contro questa malattia.

Un esempio attualissimo è quello dell’ong milanese ICEI, che proprio quest’anno ha portato a termine un interessante e innovativo progetto nella Repubblica Democratica del Congo, grazie ai fondi messi a disposizione dalla Regione Lazio. Elemento centrale del progetto è, molto semplicemente, una pianta: l’Artemisia annua L. (vedi foto), il cui infuso, somministrato su persone affette da malaria, ha portato dopo soli 6 giorni di assunzione alla risoluzione dello stato febbrile e alla scomparsa della malattia dagli esami sanguigni.

Inoltre, un elemento fondamentale per garantire la sostenibilità di questa cura naturale, è la formazione fatta a livello locale sulla coltivazione, raccolta e conservazione della pianta, garantendo in tal modo una totale autonomia della popolazione rispetto alla produzione e all’utilizzo dell’infuso.

Per ulteriori informazioni sul progetto, potete scaricare qui un breve approfondimento.

Questo esempio positivo e di successo ottenuto in Congo dalla ONG ICEI traccia finalmente una nuova strada per la cura della malaria, che potrebbe rappresentare una delle più importanti sfide africane da affrontare nei prossimi anni.

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